«Anche se i sistemi tariffari non sono ancora stati adeguati, gli ospedali dovrebbero puntare già oggi sull’assistenza ambulatoriale»

Signor Schneider, come influisce il passaggio dalle cure di degenza ospedaliera a quelle ambulatoriali sull’esperienza delle e dei pazienti presso il centro ospedaliero di Biel/Bienne?

Influisce in modo tangibile. Durante il nostro processo di trasformazione in un cluster sanitario presso la stazione possiamo offrire numerosi vantaggi sul fronte dei trattamenti ambulatoriali, tra cui una migliore reperibilità e processi chiari ed efficienti, senza problemi legati all’ambito delle cure stazionarie. La vicinanza favorisce una collaborazione ottimale tra le diverse specialità mediche e, inoltre, le nostre e i nostri pazienti possono beneficiare di locali per le cure, nuovi e moderni.

Quali sono le difficoltà legate al nuovo orientamento strategico e come pensate di superarle?

Il problema principale è costituito dal finanziamento delle prestazioni ambulatoriali. Per riuscendo a coprire i costi d’esercizio nella maggior parte degli ambiti, fatichiamo a realizzare gli ammortamenti per via dei cospicui investimenti a favore dell’infrastruttura. Per superare tale difficoltà avremmo bisogno di una tariffa migliore, che al momento è difficile da negoziare.

In che modo riuscite a coprire i costi in ambito ambulatoriale se le tariffe sono un po’ più basse rispetto a quelle delle cure stazionarie?

Sebbene lo spostamento delle prestazioni stazionarie nel settore ambulatoriale ci consenta, da un punto di vista puramente economico, di contribuire al contenimento delle spese, non abbiamo altre risorse disponibili, e pertanto non riusciamo a coprire del tutto i costi. Separando i processi ambulatoriali da quelli ospedalieri, impediamo che «processi di produzione» differenti si mescolino tra loro, influenzandosi negativamente a vicenda. Come in tutti i settori, riusciremo a essere più efficienti solo se, per adempiere alla nostra missione, offriremo anche le condizioni quadro che consentiranno di ottenere i massimi benefici dalle competenze professionali altamente specializzate a favore delle e dei pazienti. Per raggiungere questo obiettivo avremo bisogno di processi semplici e chiari.

Come gestite gli aspetti logistici disponendo di più sedi?

Il lavoro dislocato in più sedi rappresenta una grande sfida per la nostra logistica centrale. Con l’ampliamento dell’offerta presso la stazione di Biel/Bienne abbiamo sviluppato processi di fornitura specifici per i vari ambulatori al fine di mantenere il più efficienti possibili in termini di costi la gestione delle scorte e il vincolo di capitale presso le sedi decentralizzate. Siamo nel pieno sviluppo della nostra intera azienda, che comprende anche la ricostruzione dell’ospedale da zero, e ci troviamo di fronte a quesiti fondamentali che riguardano l’approvvigionamento, la gestione delle scorte e la logistica. Dobbiamo decidere quali compiti gestire in futuro internamente e per quali ambiti far ricorso a partner esterni specializzati in materia.

In che modo la digitalizzazione migliorerà o influenzerà il settore ambulatoriale?

Ci auguriamo, come tutti, uno scambio di dati semplice tra i fornitori di prestazioni che ci permetta di garantire un’assistenza e diagnosi o cure più rapide e mirate. Un ruolo importante lo avrà la telemedicina, in particolare alla luce della carenza di personale qualificato, che ne metterà ancora di più in evidenza l’importanza. È fondamentale che ogni paziente come pure le figure specializzate possano accedere in egual misura ai dati sanitari contemporaneamente e in modo immediato. La digitalizzazione continuerà inoltre a evolvere con grande rapidità fino a integrare l’intelligenza artificiale nel processo decisionale. È tuttavia difficile immaginare e prevedere con certezza l’impatto che tutto ciò avrà sulla nostra quotidianità.

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